Gerusalemme, l’urlo dei cristiani
“Vogliono cancellarci…”
di Ivan Francese – Che i cristiani fossero sotto attacco in tutto il Medio Oriente, purtroppo, lo sapevamo da molto...
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di Gianluca Pontecorvo * Le nazionali di calcio di Italia e Israele si sfideranno questa sera al Mapei Stadium di...
Le esportazioni israeliane sono cresciute del 6% nei primi sei mesi del 2017, superando i 50 miliardi di dollari. Lo...
Una raccolta di decine di sigilli, con i nomi di funzionari dell’epoca del Regno di Giuda prima della sua distruzione...
di Antonello Guerrera – Che noia la naia. Lo pensano molti calciatori israeliani. Ma non è disfattismo e nemmeno antipatriottismo....
di Francesco Carella – Tutto lascia pensare che la mano assassina di stampo islamista si stia preparando per colpire ancora...
di Giordano Stabile – Un «complotto della servitù» degno della serie televisiva Downtown Abbey. Sara Netanyahu vede così l’inchiesta nata...
di Ernesto Galli della Loggia
Per capire la realtà profonda dell’antisemitismo, oggi più forte che mai, che cosa in esso si nasconda davvero in Italia come altrove, è necessario innanzi tutto partire da un dato: dalla straordinaria valenza simbolica acquisita dall'ebraismo agli occhi degli europei. Una tale valenza si è costruita su due capisaldi, il Cristianesimo e la Shoah. Grazie a essi l’Ebraismo oggi si presenta virtualmente come il momento iniziale e al tempo stesso il punto d’arrivo dell’intera storia d’Europa, in certo senso l’alfa e l’omega di tale storia, il principio e la fine. Il principio, allorché l’emanazione religiosa neotestamentaria del giudaismo uscì dalla Palestina e si diffuse su questo continente dando forma e sostanza a quella civiltà europea che è ancora la nostra; e insieme però anche il punto terminale della vicenda che ebbe allora inizio. La fine da cui l’Europa non si risolleverà più, segnata dal suo suicidio storico tra le fiamme dell’Olocausto. Per l’Europa, insomma, l’Ebraismo è divenuto una sorta di luogo simbolico dell’Origine e contemporaneamente della Catastrofe. Non basta. Proprio in ragione della Shoah, l’Ebraismo ha assunto — oggi soprattutto — anche il carattere di luogo simbolico di un giudizio sull'Europa che evidentemente non può che essere di irrimediabile condanna. Un giudizio che dal 1945 in avanti — e ben a ragione — esso ha rivendicato ed espresso in una molteplicità di forme. Attraverso le innumerevoli testimonianze autobiografiche, i tanti racconti, le smaglianti analisi e i bellissimi libri dei suoi storici e intellettuali, aventi tutti per argomento la persecuzione e lo sterminio; così come attraverso una richiesta incessante di risarcimento simbolico che ha come momento centrale la rievocazione instancabile, l’enfasi sulla memoria .