Il valore della vita
di Fred Maroun –
Quanto vale la vita di un civile palestinese? Dipende a chi lo si chiede. Per Hamas, la vita dei civili palestinesi è a buon mercato. Hamas usa spesso i civili palestinesi come scudi umani, come hanno riconosciuto persino le Nazioni Unite e come Hamas stessa ha ammesso in più di una occasione. Per Israele, la vita umana in generale ha un enorme valore, come dimostra la scrupolosità con cui protegge i propri civili e militari, sia arabi che ebrei. Israele attribuisce un alto valore anche alla vita dei civili palestinesi: sia per ragioni etiche, sia perché viene costantemente criminalizzato quando tali vite vengono perse in un conflitto, indipendentemente da chi abbia messo a rischio quelle vite e indipendentemente da quanto Israele abbia cercato di fare per risparmiarle.

Fred Maroun
Per la comunità internazionale, infine, il valore della vita di un civile palestinese varia immensamente a seconda di chi può essere incolpato della perdita. Se i palestinesi sono vittime di altri arabi, la loro vita ha un’importanza del tutto trascurabile. Secondo Middle East Monitor, “in Siria, dallo scoppio della guerra civile nel 2011, sono stati uccisi 3.613 palestinesi”. I civili palestinesi vengono anche sistematicamente tormentati e uccisi dai gruppi palestinesi che sostengono di proteggerli, inclusi Hamas e Fatah.
La comunità internazionale presta ben poca attenzione a questi crimini. Ma se c’è anche un briciolo di probabilità che possa essere incolpato Israele, ecco che la vita dei palestinesi improvvisamente aumenta di valore, e arrivano le convocazioni d’urgenza del Consiglio di Sicurezza e le altere dichiarazioni dei leader mondiali che condannano Israele.
Lo spettacolo mediatico messo in scena da Hamas ai confini fra Gaza e Israele è il risultato diretto di queste enormi discrepanze nel modo in cui viene valutata la vita dei civili palestinesi. La strategia è semplice ed efficace: basta mettere a rischio la vita dei civili palestinesi in una situazione in cui Israele è costretto a difendersi, assicurarsi che i mass-media internazionali abbiano un posto in prima fila, quindi sedersi e aspettare di raccogliere i risultati.
A differenza della strategia di attaccare direttamente Israele, anch’essa ampiamente utilizzata da Hamas, questa tattica non richiede forniture di armi pesanti. Un po’ di bombe molotov e un po’ di armi da fuoco e armi bianche nelle mani dei terroristi mescolati ai civili sono sufficienti a fare di quella folla una seria minaccia per gli israeliani, che così saranno costretti a difendersi. E non fa correre alcun rischio ai capi terroristi, i cui covi vengono a volte presi di mira da Israele in risposta al lancio di razzi da Gaza. La strategia non costa soldi a Hamas, giacché gli indennizzi alle famiglie delle vittime saranno più che compensati da nuove donazioni internazionali. L’aspetto migliore di tutti è che il successo è garantito: i leader mondiali, le organizzazioni per i diritti umani e le agenzie internazionali incolperanno comunque Israele, e ignoreranno l’operato dei terroristi.
Nei recenti incidenti di confine la stragrande maggioranza dei morti palestinesi erano terroristi, il che dimostra che le Forze di Difesa israeliane hanno fatto estrema attenzione a evitare vittime civili, ammesso e non concesso che la stragrande maggioranza dei manifestanti fossero civili.
Questo è tipico di qualsiasi operazione delle Forze di Difesa israeliane e non dovrebbe ormai sorprendere più nessuno. Quando negli scontri muoiono dei civili palestinesi, questo avviene a dispetto degli sforzi di Israele, non a causa loro.
La comunità internazionale sostiene di essere preoccupata per i morti e feriti palestinesi, ma il suo comportamento non corrisponde a tale affermazione. Se le importassero davvero, farebbe ciò che occorre per cercare di ridurre il numero di vittime palestinesi, e cioè ne attribuirebbe la colpa a chi la merita. Invece, fa esattamente il contrario. Finché la comunità internazionale continuerà a dare importanza alla vita dei palestinesi solo quando trova il modo, non importa quanto inverosimile, di incolparne Israele, Hamas e gli altri gruppi terroristi continueranno a usare la strategia adottata ai confini di Gaza, a perfezionarla e ad ampliarla, con conseguente aumento del numero di morti e feriti fra i civili palestinesi. Per i terroristi che non tengono in alcun conto la vita dei civili di entrambe le parti, questa strategia non ha semplicemente nessuna controindicazione.
(Times of Israel)