La sporca speculazione sui bambini
di Gerardo Verolino –
Sulla pagina Facebook di una onlus, tal MamAfrica, è apparsa un foto-collage a dir poco disgustoso dove si mettono a confronto i bambini ebrei deportati ad Auschwitz e i bambini, si presume messicani, tenuti in stato di fermo in America. Invece si scopre che la seconda foto è un fake. Si apprende che è di due anni prima, in territorio di guerra, e riguarda figli di palestinesi. Ma non è questo il punto. Anche se fosse vera, il paragone tra i due eventi, è assolutamente improprio. Anzi indecente.

Gerardo Verolino
Bisogna avere una enorme dose di malafede per accostare i bambini sequestrati dai nazisti che andranno a morire tra i patimenti e i contorcimenti delle camere a gas e i bambini, tenuti in stato di fermo momentaneo in uno Stato democratico quali sono gli Stati Uniti d’America dove i bambini non sono stati mai gasati o torturati nella loro storia.

Massimo Teodori
Tutto nasce dal profondo odio che le persone hanno per gli Stati Uniti, il “Paese imperialista”-la gente odia gli Stati Uniti per “quel che è” non per “quel che fa” spiega Massimo Teodori nel suo “Maledetti americani!” Il suo studio sul pregiudizio anti-americano nel mondo-e per il suo presidente Trump.
Questo odio cieco porta le persone a stravolgere la verità pur di avvalorare la propria distorta e malsana tesi. Difatti i commenti, di un’atrocità disarmante, che si posso leggere sotto il collage fotografico sono tutti dello stesso tenore. C’è chi inveisce contro “il maledetto fascio razzista e tutti coloro che ti hanno votato”.
Un altra dice che “lui (Trump) è contro l’aborto.. ma poi dopo i bambini possono morire ammazzati”. Una signora afferma: “Neanche sotto l’effetto di allucinogeni posso pensare che l’America è una democrazia”. Ad un signore di Perugia che ritiene incongruo il paragone gli hanno detto di tutto.
“Mavaffanculo. Rinchiuditi tu in una gabbia che noi buttiamo la chiave”. O “Ma sparati!”. C’è chi non si rassegna e azzarda fantasiosi paragoni: “Il mondo sapeva che i bambini tenuti disumanamente nelle gabbie erano destinati alla camera a gas?

I bambini di Auschwitz
Si è saputo dopo che le famiglie venivano divise” come a voler alludere che la stessa fine potrebbero fare a Washington. Un altro rincara la dose: “Trump sei peggio di Ceausescu”. “Trump è un troglodita spalleggiato da minorati come lui”. “Fermate quel pazzo di Trump. Non vogliamo un altro dittatore e altri campi di sterminio”. “Certo non ci sono ancora le camere a gas. Ma con un certo impegno troveranno un’altra soluzione”. “Questo è un demente senile”. “Germania nazista. America nazista”. “Ameri-cani”. “Trump con la camicia di forza”.”Dopo 74 anni la storia si ripete”. “Trump sei una carogna putrida”. “Trump fai schifo tu e chi ti segue”.
E via delirando. Un signore che potremmo definire come un macabro-buontempone addirittura scherza sulle due foto dicendo: “Sopra dei dipendenti di foot locker che si lamentano della paga bassa (i bambini ebrei deportati ad Auschwitz), sotto la squadra somala che esulta per i mondiali”.
Un vero battutista da Bar dell’osceno che scherza sulla pelle dei poveri bambini massacrati. Complimenti: vince il premio per la battuta più cretina dell’anno.
Poi immancabile c ‘è chi tira in ballo Israele e Netanyahu ritratto in una foto nell’atto di compiere il saluto nazista. Israele, uno Stato evocato spesso e fuori luogo sulla bacheca di Mamafrica, che non c’entra niente con la faccenda del confine messicano ma bisogna sempre citarlo perché, per gli implacabili inquisitori del Tribunale di Facebook, i piccoli Vysinskij da tastierista, ha torto a priori.

La fake news del bambino in gabbia
“Nel momento in cui un episodio di violenza o di prevaricazione viene paragonato alla Shoah-spiega Valentina Pisanty nel suo esaustivo “Abusi di memoria, negare, banalizzare, sacralizzare la Shoah” (Bruno Mondadori)- è pressoché inevitabile che i tratti essenziali per definire quest’ultima (tra cui l’intenzione genocidiaria dei nazisti) trasmigrino surrettiziamente nella rappresentazione dell’episodio in questione, ed ecco che la colpa degli aggressori di turno, nel momento in cui costoro vengono equiparati ai nazisti, non può che apparire assoluta, mentre le vittime dell’aggressione non possono che apparire del tutto inermi e innocenti”.
Le decine di migliaia di condivisioni che sta avendo l’immondo collage fotografico, lo rendono virale. Col risultato di propagare pericolosamente la disinformazione senza fare un buon servizio alla causa giusta di non vedere i bambini messicani rinchiusi nelle gabbie e separati dai genitori, che tanta indignazione ha suscitato, a partire dalla First Lady, Melania, e come lo stesso presidente Trump ha riconosciuto firmando un ordine esecutivo che vieta la separazione tra genitori e figli d’immigrati.
Ma le scorrettezze non si fermano qui. Tra le più indecenti è vedere paragonati sullo stesso piano uno Stato dittatoriale e sanguinario, com’era quello hitleriano, con uno democratico che nei suoi quasi 250 anni di vita non ha mai conosciuto una dittatura.

Philip Roth
L’altra cialtroneria è paragonare i poveri bimbi ebrei, i quali furono violentemente sradicati dalle loro tranquille e felici vite in seno alla famiglia per trasferirli in orribili e nauseabondi campi di sterminio, con i bambini messicani che, invece, fuggono da situazioni di miseria e di disperazione per approdare negli Stati Uniti alla ricerca della libertà e del benessere in quella che vedono, come tutti quelli che non sono accecati dal fanatismo anti-yankee, come la Terra delle opportunità, e dove anche un discendente di schiavi può diventare presidente. “In nessun’altra parte del mondo-ha detto il compianto Philip Roth, l’autore di “Pastorale americana”- gli scrittori godono della libertà che abbiamo avuto noi dal 1776, l’anno della dichiarazione dell’Indipendenza”. Lo rammentino a futura memoria quelli che tendono a mettere sullo stesso piano un Paese, da sempre, democratico con uno nazista.